IL CAMPANILE
(di Marco Cecchelli)


      Ancor prima di dare inizio alla costruzione della nuova chiesa, si diede avvio ai lavori del campanile. La torre, di stile romanico come attesta l’impiego di conci di pietra perfettamente squadrati, sorge sul fianco destro della chiesa accanto all’abside. Nel Quattrocento fu sopraelevato con la costruzione di una nuova cella campanaria aperta da bifore divise da colonnine di pietra, e sovrastata da una cuspide a quattro spioventi ricoperta di lastre di arenaria (le cosiddette piagne).
      Allorché don Meotti, negli anni Novanta dell’Ottocento, decise di costruire la nuova parrocchiale, i lavori progettati dovettero cedere la precedenza agli indifferibili interventi sul campanile.
      Anziché erigerne un nuovo, come era stato previsto in un primo tempo nel progetto dell’ing. Alessandro Roffeni Tiraferri, in un luogo diverso e cioè alla base del Sasso di Rocca, tra l’Oratorio di San Giovanni e la vecchia chiesa, si pensò di sopraelevare l’antico. Così, nel 1889, erano già in esecuzione i lavori secondo il progetto del perito-ingenere Giuseppe Borgognoni di Porretta sotto la direzione e l’assistenza dello “scalpellino” Giuseppe David pure di Porretta. Demolita l’antica cella campanaria, se ne costruì una nuova alzando il fusto, impostando su di esso i pilastri delle arcate, architravi circolari a lunettoni, il tutto rivestito a bozze di scalpello. Sul cornicione, infine, venne collocata la guglia ottagonale circondata da piramidi con pigna, opere del mastro gaggese Giuseppe Pucci, sormontata da una croce “imitata da quelle delle cupole della basilica veneziana di San Marco. Nel giro di meno di due anni, terminarono i lavori e si poté procedere all’inaugurazione.
      Così, oggi, esso si presenta nelle sue forme serene e ariose, [aperto] in ampie finestre ad arco che si conclude con il classico pronunciato cornicione. La cella campanaria, come la maggioranza dei campanili ottocenteschi, è coronata da una sottile guglia ottagonale a linee ricurve, e sugli sono posti quattro pinnacoli a forma di piramide con pigna.
Le campane
      L’antico campanile conteneva due campane, rifuse da Serafino Golfieri nel 1824 con l’aggiunta di una terza, suonarono per la prima volta il 25 maggio di quell’anno. La grossa, del diametro di 75 c. del peso di 285 kg, nota SI; la mezzana, del diametro di 65 cm e del peso di 190 kg, nota DO; la piccola, del diametro di 60 cm del peso di 120 kg, nota FA. Si trattava di piccole campane, dal suono meno poderoso. Fu così che, per rapportare la sopraelevazione della torre e alle dimensioni della nuova chiesa, si sentì la necessità di rendere più solenne e maestoso il suono dei sacri bronzi facendo fondere quattro nuove campane in grado di suonare il classico “doppio” bolognese.

      Fu provvidenziale, a questo punto, il diretto sostegno di mons. Luigi Tanari di Gaggio e allora parroco di Liserna, poco distante da Vergato il quale “udito il proposito di ampliare ed abbellire la chiesa dove egli fu battezzato, offerse un nuovo concerto di quattro campane”, ma soltanto dopo che fosse alzato e reso capace il campanile.
      Fuse nel 1890 a Bologna dalla nota ditta di Giuseppe Brighenti, cugino del mastro-architetto Vincenzo cui si deve la progettazione della nuova chiesa, le nuove campane furono innalzate sul campanile nel 1891.Esse furono così dedicate: al Sacro Cuore di Gesù la grossa, del peso di 542 kg, nota musicale LAb; a san Giuseppe la mezzana, del peso di 376 kg, nota musicale SIb; a san Vincenzo Ferrer la mezzanella, del peso di 273 kg, nota musicale DO; a san Luigi Gonzaga la piccola, del peso di 63,5 kg, nota musicale MIb.